La tendinopatia calcifica di spalla è una problematica piuttosto comune, dovuta alla deposizione di calcio su una meta plasia fibrocartilaginea dei tenociti, gli elementi che costituiscono i tendini.
Le cause non sono completamente note, ma probabilmente alla base vi sono micro-lacerazioni e micro-ischemie locali. Sappiamo inoltre che le alterazioni ormonali possono giocare un ruolo importante (le donne sono più frequentemente colpite).
Nella spalla il tendine più colpito è il sovraspinato (>75%), ma possono essere interessati anche infraspinato e sottoscapolare.
Circa il 5% della popolazione asintomatica ha comunque calcificazioni macroscopiche tendinee.
Come descritto in numerosi studi, possiamo identificare diverse fasi della tendinopatia calcifica di spalla:
- fase pre-calcifica: asintomatica
- fase calcifica: sintomatologia variabile, con calcificazioni ben delineabili e progressiva apposizione di calcio
- fase di riassorbimento: le calcificazioni vengono “attaccate” dai macrofagi, aumentano in dimensione e perdono in densità, con scarso (calcificazioni tipo 2) o assente (calcificazioni di tipo 3) cono d’ombra posteriore. Questa è la fase più dolorosa, per edema, infiammazione e incremento della pressione intratendinea; le calcificazioni posso migrare superficialmente (verso la borsa, determinando una borsite “chimica”) o profondamente (verso l’osso, evento meno comune).
- fase di riparazione: la matrice tendinea viene rimodellata dai fibroblasti e si assiste alla deposizione di tessuto di granulazione, che porterà a rimodellamento e cicatrizzazione.
L’ecografia di spalla è fondamentale nella diagnosi e nel trattamento. Innanzitutto consente di identificare in maniera precisa eventuali lesioni tendinee , alterazioni degenerative o post-traumatiche.
In caso di presenza di calcificazioni, permette infatti di indicare o contro-indicare alcune procedure (needling, lavaggio di spalla, onde d’urto), che sono molto efficaci solo in alcune fasi ed in alcuni tipi di calcificazione.
Il trattamento ecoguidato di lavaggio percutaneo della calcificazione viene effettuato in anestesia locale, con tecnica a singolo o doppio ago, e si è dimostrato efficace ancor più se combinato con le onde d’urto.
Ha una durata variabile di 15-30 minuti e consiste nell’effettuare un vero e proprio lavaggio della calcificazione in modo tale da favorirne il riassorbimento e la riduzione volumetrica, anticipando quindi i fenomeni di espansione, di sofferenza tendinea e di rottura della calcificazione.
Nei giorni successivi al trattamento è possibile avere dolore, di solito ben controllato con antinfiammatori, e si consiglia il riposo da attività fisica pesante.
In breve tempo,usualmente, si osserva progressivo rapido ritorno alla normale funzionalità in assenza di dolore.
Ovviamente è necessaria la supervisione in ambito fisiatrico e fisioterapico in modo da garantire un’adeguata riabilitazione funzionale.
Bibliografia:
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